Praha
Tornato da un paio di giorni da Praga.
Rimangono, al solito, immagini-parole-gesti-la gioia del risveglio in "un altro luogo"-visi-situazioni-il non pensare-insegne-chiavi da conservare-promesse-gioia immotivata-foto-calze da lavare-scontrini & ricevute.
Ma soprattutto il cazzeggio potente, da solo, in una città sconosciuta.
Le donne di una bellezza che ti lascia senza fiato, che a ben guardarle profumano di peluches e moquette stile Fantozzi, Calboni e Filini nella celeberrima scena al night club "ippopotamo". ( "Pronto casa Cometti?" "Sono Olga, tesoro..")
Poi l'odiata (dai Praghesi)torre della Tv di Zizkov, ogni notte mi ipnotizzava e non potevo non pensare a Gregory Corso, alla sua splendida "ode a coit Tower", così prima di dormire snocciolavo a memoria la mia preghiera Beat:
(O fallico anti-verdeggiante non fosse per la tua gettante altezza
che incombe lacrimevole come un albero malato o il tuo
sempre-sgargiante-conforto confitto nel cielo molto corruga-
to della tua città sembreresti un'assurda Babele accovacciata
in fronte a milioni di mortali)
Semplicemente non può esistere la noia quando sei un uomo incline alle ossessioni.
E, forse, la vera abilità sta nell'accantonare in maniera sbarazzina e inconsapevole i momenti morti, nell'attesa di un'altra torre che ti faccia addormentare con un sorriso stupefatto.
Alle
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