Saturday, December 23, 2006

Natale


Nasce un Dio. Altri muoiono. Non ci è giunta
né ci ha lasciato la verità: muta l’Errore.
Abbiamo ora un’altra Eternità,
e ciò che è passato in fondo era migliore.

Cieca, la Scienza ara gleba vana.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non credere o cercare: tutto è occulto.

Ferdinando Pessoa

Tuesday, December 12, 2006


Il tuo posto vuota a tavola

parla racconta chiacchiera ride forte

non sta mai fermo si alza

ritorna mangia avanza sempre un boccone

ritaglia nel formaggio forme di animali

il tuo posto vuoto a tavola

a destra di Miryam

è di fronte a me.

(Vivian Lamarque)

I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.

Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.

Puntando ai semi distrutti
eri l'unione appassita che cercavo
rubare il cuore d'un altro per poi servirsene.

La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.

Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d'un albergo immaginario
v'erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.

Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.

Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.



C'è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.

C'è come un rosso nell'albero, ma è
l'arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch'essi pesano.

Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d'un destino
di uomini separati per obliquo rumore.

(Amelia Rosselli)

Ti voglio far provare il bel piacere.

Pur mal mio grado? Lasciami tranquilla!

Da troppe sere e troppe primavere...

Dei superni desiri ecco la squilla.



La luna scorre su acque nere e brilla...

Oh, tu vai alto per volermi avere!

Ed io ti prenderò come un'anguilla.

Dentro da me per vie d'acqua o vie aeree...



E perché più e più in te s'interni...

Entrerai mai e mai, primavere o inverni.

Dall'alto scenderò con giri alterni...



Pensatore di donne, mio amatore...

Fin ch'io ti prenda, fin che l'incaverni...

Ad averti c'è poco per il cuore.

(Patrizia Valduga)

Se ora tu bussassi alla mia porta
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci disuguali
e mi dicessi: «Amore mio,
ma che è successo? », sarebbe un pezzo
di teatro di successo.

(Patrizia Cavalli)

Friday, December 01, 2006


O dio della primavera perdonami
perchè ho ambientato questo amore in autunno
Ma il caso non permetteva altrimenti
Quando lei mi rimandò la prima palla di neve che avevo lanciato
Dall'84° piano in direzione fiume
Dicendo che riconosceva il mio lavoro
La dovetti guardare negli occhi anche se era nuda e
i tatuaggi le tremavano

La palla di neve infranse lo specchio e quando mi voltai
eri scomparsa
Ma il tuo numero di telefono era scritto nel fiato sulla finestra
Ti chiamai e piansi dicendoti che non eri degna
Ma tu hai mandato tua sorella che un pò ti assomigliava
e abbiamo parlato sul metrò
In viaggio sotto una città che ho dimenticato
Diretto a una foresta incantata di case con cartelloni su
ogni prato

Il mio sogno mi porta lontano da te
Nei bassifondi dove non saresti mai eppure ti trovo
che mangi cibo di soul
La palla di neve al tuo fianco assieme all'ultima rosa di
primavera
Non c'è niente da dire mangiamo costolette insieme e ci
scambiamo qualche parola amara da depressi
Il jazz lievita mentre ci dividiamo sulla soglia
Non è possibile entro nella finale mondiale di stickball
con le corde del cuore slacciate

O dio della primavera perdonami
Ma le ultime tiepide notti di birra e granturco che cresce
Nella memoria gelano all'improvviso e sì
Il primo di dicembre
Il capello che avevo dimenticato mi cresce sugli occhi e
capisco che l'amore è cieco
(Pete Winslow)